mercoledì 21 luglio 2010

...e noi?

Cari studenti,
(ero indecisa se scrivere "cari compagni", ma l'epiteto mi sembrava troppo politicamente connotato...) vi scrivo qui perché spero di ottenere un po' più d'ascolto di quello che ho guadagnato dal commentare il post precedente (é il caldo? Siete già tutti in vacanza? O non usate più il pc?). L'alternativa è che io sia la sola persona d'accordo con...me, e in tal caso non ci sarebbe niente di male, solo vorrei capirlo.
Avete letto il resoconto del cdF? L'ateneo ha disposto la sospensione dell'offerta formativa, e se la protesta continua, dice la Loretta, si potrebbe arrivare al blocco dell'anno accademico. I ricercatori, lo sappiamo già, si sono allineati alla protesta nazionale, rifiutandosi di fare didattica.
In rappresentanza degli studenti, i nostri eletti in cdF hanno espresso solidarietà e "pieno appoggio" alle iniziative.
Bene. Ora ponetevi questa questione, per favore: siamo sicuri di voler dare il nostro "pieno appoggio" all'iniziativa?
Schierarsi a fianco dei protestanti per il nostro futuro: ok. Ma chi si schiera con noi per il nostro presente?
Nessuno, gente. I nostri diritti (primo fra tutti quel "diritto allo studio" di cui troppi si riempiono la bocca) non se li fila nes-su-no. Se l'anno accademico salta, chi ci perde? Noi. Se alcuni corsi non partono chi è parte lesa? Noi. Se per protesta le ore di lezione da sostenere saranno una quota minima, chi si vedrà impossibilitato a registrare i voti, quindi laurearsi in tempo? Sempre noi. Se passa il ddl e i fuori corso sono tenuti a pagare una mora per legge, chi paga lo scotto di una protesta che gli ha impedito di seguire gli insegnamenti necessari a rimanere in corso? Ancora noi.
La protesta, portata avanti per "difendere il diritto allo studio", il diritto allo studio lo ignora, lo ferisce ancora di più. Credo che sia giunto il momento di difendere non solo il nostro futuro, ma anche il presente, che questa forma di protesta mette in discussione. Pensateci: i protestanti hanno tutto da guadagnare ad avere gli studenti, compatti, a loro sostegno; è sinonimo di unione del fronte di protesta. Se il fronte si spaccasse, se ci fosse un' "anti-protesta", ci perderebbero: pensate anche alla potenza mediatica di una contro-protesta portata avanti solo da studenti contro tutto il resto dell'università, "Davide contro Golia per difendere il diritto allo studio".
Lo so, queste sono solo divagazioni al limite anche provocatorie, ma il punto è: a mio parere é ora di chiedere garanzie. Per noi.
"Gentili ricercatori, noi vi appoggiamo, ma la vostra protesta danneggia soprattutto noi: quindi o ci garantite che potremo studiare quello che ci piace senza essere obbligati a tralasciare corsi che non partono per protesta, che potremo registrare i voti risultando in corso, che le sessioni d'esame e di laurea si terranno normalmente, oppure non ci sentiamo più in grado di darvi il nostro appoggio". Fine.
Vi chiedo di pensarci sul serio, perché temo che continuando a dare il nostro appoggio incondizionato alla protesta rischiamo di pagare lo scotto non una, ma due volte: una per le conseguenze del ddl e una per le conseguenze della protesta.
Se diritto allo studio dev'essere, che lo sia davvero e sempre.
Credo che un'obiezione del genere possa essere compresa e anche condivisa dai ricercatori; non dobbiamo aver timore di confrontarci su quello che ci riguarda.
Cosa ne pensate?

10 commenti:

  1. Anzitutto, un accorato appello: chiunque legga questo post lasci un commento, anche vuoto. Serve ai rappresentanti per sapere quanti studenti informati rappresentano (non è giusto dire di rappresentare gli studenti, se non si riesce nemmeno a informarli).
    Passando al post, e cercando di essere sintetico, anteponete ad ogni frase che scrivo un "io penso", "è mia opinione" o simili.
    Non sono d'accordo con Federica. Non bisogna far passare in secondo piano il motivo della protesta solo perchè il mezzo è scomodo, e forse non ci tiene in conto. Gli autisti in sciopero danneggiano principalmente i pendolari, che tra tutti gli uomini sono quelli che hanno meno colpe riguardo il mancato rinnovo del contratto. Eppure non si può scioperare altrimenti. C'è gente che è morta per diritti di principio e per il diritto a una VITA più dignitosa.
    La protesta è giusta, perchè il disegno di legge è idiota, e NEGA DI FATTO il diritto allo studio. Punto.
    Sono d'accordo sulla richiesta di garanzie, e sulla ricerca di una forma di protesta migliore. Io mi devo laureare a breve, ma credo che il modo migliore di protestare sarebbe bloccare le sedute di laurea, e se lo si facesse io appoggerei l'iniziativa. Inoltre, ed è la cosa più grave, basterebbe un appoggio forte di tutti gli associati, ordinari e rettori per far cambiare direzione radicalmente al governo. Eppure la maggior parte di questi signori dà un colpo alla botte e uno al cerchio. E noi studenti dovremmo pretendere una presa di posizione molto più netta da questi signori che nulla hanno da perdere, ma nonostante tutto non hanno il coraggio di scrivere un documento, senza se e ma, dove dichiarano la loro posizione e FIRMANO con nome e cognome ben leggibili.

    Mi raccomando, ricordatevi di commentare.

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  2. Premetto anch’io Secondo me…

    Se vivessimo in uno stato normale non ci sarebbe bisogno di arrivare a tanto. Se i nostri politici avessero un minimo interesse del bene comune, allora sarebbe ovvio come agire per migliorare le condizioni. Ci sarebbero un fracco di modi per racimolare fondi, a partire da provincie inutili, evasione fiscale & co, ma non voglio entrare in dettaglio perchè semplicemente non ne sarei in grado, per cui rimando la visione di questo video di Marco Travaglio, che di certo è molto più informato di me.

    http://www.youtube.com/watch?v=dWLgl6otM_I

    A questo punto, alla luce di questi fatti, la questione si trasforma in una faccenda più politica che economica. C’è un evidente interesse di questo governo di NON andare a colpire certe fasce ed invece affondare a piene mani su chi non si può difendere.
    Come fare per reagire ad un governo moralmente illegittimo?
    Per rispondere serve un excursus antropologico. Facciamola semplice: chi vota Berlusconi? In sintesi crede che esistano tre categorie di elettori Berlusconiani (attenzione, non confondere Berlusconiani con “di destra”!) :
    1) I delinquenti, coloro che conoscono cos’è quell’uomo e lo votano proprio per questo;
    2) I fanatici, coloro che quando gli sbatti in faccia i processi al nano malefico escono fuori con frasi del tipo “Toghe rosse”, “complotti comunisti!” e che sono talmente abbagliati dal mito Berlusconiano che se lui dicesse di essere il nuovo detentore della morale pubblica (cosa che ha fatto) ci crederebbero pure;
    3) I creduloni, che magari sanno qualche fatto su di lui ma lo liquidano con un “tanto lo fanno tutti”, oppure, “in fondo è quello che farei io se fossi al suo posto” e non si rendono conto che votandolo sono loro stessi la causa dei loro mali.

    Purtroppo è alquanto difficile riuscire a convertire il 1° ed il 2° tipo, quindi è sul 3° che ci dobbiamo concentrare. Dobbiamo far capire alla gente che 15 anni di “ghe pensi mi” hanno ridotto l’Italia ad uno straccio, nonostante quello che dicono i media. Dobbiamo informarli che non va tutto bene come ci viene detto, che le regioni non hanno più i soldi per pagare gli stipendi alle infermiere, che scuole e università dove manderanno i loro figli saranno senza fondi, che il lavoro è sempre più precario, insomma dobbiamo far esplodere la bolla berlusconiana. E’ per questo che serve visibilità, che bisogna manifestare in qualche modo il proprio dissenso, perché coloro che sono al di fuori di queste questioni spesso non sanno o non vogliono sapere cosa sta accadendo. E purtroppo non c’è visibilità se non c’è un evento, e non c’è un evento se non c’è qualcosa di straordinario in senso letterale, fuori dall’ordinario. E non credo che esistano molti altri metodi se non quelli appunto annunciati.
    Perciò io credo che bisognerebbe pensare adesso di far capire alla gente in che mani si sono messi (non è mai troppo tardi). Se poi nessuno ci ascolta, potremmo sempre dire di averci provato.

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  3. Sono d'accordo con la protesta del personale docente, io avrei da ridire già solo sullo stato attuale. Ovviamente questo significa tirarmi la zappa sui piedi, ma d'altronde non si può certo permettere che certi atti barbarici sulle università vengano accettati senza fiatare.

    Comunque il vero problema è se si otterrà veramente qualcosa da questa protesta. Se si tratta di subire un danno ora per migliorare le cose in futuro mi sta bene, ma se devo subire un danno ora e rimanere fregato dopo sarei un tantino contrariato.

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  4. Axel ha un punto di vista che condivido molto: il problema principale di queste questioni è che non dovrebbero nemmeno porsi, nel senso che una società più informata e più disponibile al confronto probabilmente preverrebbe tutto questo.

    E mi sembra sensato anche l'atro punto di vista: se la protesta si prolungasse per tempi lunghi, rischierebbe di danneggiarci in maniera pesante.

    Bisognerebbe discutere delle modalità e dei tempi previsti.

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  5. carissimi,
    questa mattina ho parlato con Michela Prest esponendole entrambe le linee di pensiero..
    Lei mi ha detto che effettivamente il rettore appoggia in pieno la protesta.
    Cosa fara' la nostra universita' dipendera' da cosa faranno quelle piu' corpose di noi..
    Per quanto riguarda il blocco dell'a.a., le dice che la cosa e' formale ma che nella pratica troveremo un civile accordo in modo da non rimanere troppo danneggiati, quindi gli esami si potranno fare come al solito e anche i corsi stessi ci saranno.. essendo noi pochi la differenza tra il formale e il pratico non e' poi cosi' ampia..

    Nella discussione in senato di ieri ci sono stati dei cambiamenti di alcuni punti, ma a mio avviso non cosi' sostanziali, a parte il fatto che c'e' stata una relazione e poi la discussione vera e propria l'hanno fatta solo su un decreto per l'energia..

    A settembre si vedra'.. sicuramente cominceremo col fare una bella riunione degli studenti per fare informazione e anche capire meglio qual'e' la linea di pensiero piu' comune..

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  6. Leggendo il commento di Federica non avevo dubbi sul fatto che tutti avrebbero risposto: "Certo, noi studenti prima di tutto!". Sono rimasto scioccato nel leggere i commenti di Marco e Axel che appoggiano una categoria certamente sottopagata e a cui non vengono date le risorse che merita, ma che ha un dovere al quale è tenuta ad adempiere. Si è mai visto uno sciopero dei mezzi pubblici di un anno intero? E qui non si sta parlando di un bus, ma della carriera scolastica di persone che fanno sacrifici per portare avanti il proprio percorso. Volete addirittura farci lo sgambetto come se non fosse abbastanza difficile conseguire una laurea in questo cdl?? Tornando all'esempio dello sciopero dei mezzi pubblici, uno può sempre prendere la bicicletta o andare a piedi. Invece qui non abbiamo alternative, siamo il mezzo da sfruttare per raggiungere un fine che non è il nostro. Non sono d'accordo con una protesta cosi penalizzante per gli studenti.

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  7. Ciao a tutti, in questi giorni ero via e mi sono perso questa bella e accesa discussione. Mi rendo conto che la questione non è più tanto attuale, ma mi permetto di scrivere due pensieri.

    In primo luogo sulla protesta dei ricercatori io sono assolutamente d'accordo con loro sulla necessità di rivedere la parte della riforma che li riguarda. Punto. Su come poi intendano protestare non ho nessuna voce in capitolo, perché i ricercatori non hanno nessun obbligo per quel che riguarda la didattica. Il loro unico obbligo riguarda l'attività di ricerca, e questa non è in discussione. Spero ardentemente che il governo riveda le sue posizioni sulla questione, ma sono anche molto fiducioso sul buon senso dei ricercatori della nostra università. Penso che si potrà raggiungere un qualche tipo di compromesso.

    Punto due. Mi permetto una critica al commento di Axel: per prima cosa, eviterei di affrontare la questione dal punto di vista politico, riproponendo per l'n-sima volta l'immagine di berlusconi con le corna, la coda, il forcone etc. etc. Stiamo parlando di una riforma dell'Università che allo stato attuale fa acqua in più punti, NON dell'operato globale del governo (che mostra anch'esso qualche falla) o del Berlusca in sé. Politicamente mi ritengo un destrorso di foggia ottocentesca, e non nutro una grande simpatia nei confronti del premier, tuttavia ritenere che l'intero elettorato della maggioranza sia composto da delinquenti, cultori della personalità e creduloni [e con loro che l'elettorato della Lega sia composto da mandriani e agricoltori ignoranti e razzisti] mi sembra più che una legittima critica all'operato di un governo o alla linea di un partito, un atto di disprezzo verso la maggioranza del popolo italiano, e dunque verso la Nazione. E a me la cosa non piace affatto.

    Tutti liberissimi di manifestare contro il governo, contro Berlusconi e contro questa riforma. Io ci sto, un giorno a settembre recuperiamo una lavagna con il treppiedi e andiamo a fare qualche problema di quantistica II in piazza duomo. Ma per favore, risparmiamoci queste roboanti dichiarazioni da custodi assoluti della Verità Unica (che ci pensa già Berlusconi ad averne il monopolio).

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  8. Mi piacerebbe molto discutere con Dan della sua idea politica. Io sono un ignorante pazzesco in storia (e un po' di altre cose) e spesso ho una visione ristretta.
    Chiedo scusa per il paragone con i trasporti pubblici, è vero, decisamente non è azzeccato.

    Anzitutto sono molto contento di questa discussione. Io ormai mi sono adagiato nel mio antro a fare rappresentanza passiva, nel senso che diserto i consigli di Facoltà, ma sono convinto che questa discussione sia un'occasione forte per sondare le opinioni di tutti.
    In particolare, è importante per i rappresentanti sapere che, oltre alle due solite categorie di studenti agguerriti e studenti disinformati o menefreghisti, c'è anche quella di chi non vuole una protesta che ci danneggi.

    Quoto Dan: i ricercatori per legge devono solo ricercare. La didattica la tengono per bontà d'animo. La protesta a mio avviso riguarda principalmente un disegno di legge che è visto come inadeguato nel senso di fatto a caso. Credo che si senta fortemente la necessità di una nuova legislazione che anzitutto regoli in maniera organica la struttura delle università, invece di provare a imporre modifiche circoscritte e inadeguate al contesto (sia per quanto riguarda la struttura dell'Università in se, sia per quanto riguarda la situazione socio-economica attuale).

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  9. Racimolando qualche notizia dai ricercatori che dovrebbero tenere i corsi, per ora si sa che ci si rivede a settembre: e lì, visto come andrà l'iter in Senato e poi Camera, visto come andrà avanti la protesta negli atenei maggiori, si deciderà il da farsi. Per ora, dicono loro, anche la protesta si ferma per ferie. Quindi ci risentiremo a settembre, con qualche dato sicuro alla mano da parte dei protestanti e questa discussione come prerequisito per un'ulteriore confronto tra di noi. Cosa ne dite?
    Di certo non tutti i ricercatori sono disposti a protestare ledendo i nostri diritti: anche su questo saranno chiamati a confrontarsi, a quanto pare, dopo la pausa estiva.
    Quindi attendiamo fiduciosi...

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  10. Carissim*,

    innanzitutto complimenti per il vostro dibattito, è molto bello leggere persone che si confrontano apertamente e con intelligenza su temi di interesse generale.

    Io, in qualità di ricercatore, vi posso dire che i ricercatori sono mediamente molto appassionati al loro lavoro e hanno davanti a sè decine di anni in Università: non vogliono trovarsi nel prossimo futuro a lavorare in Atenei gestiti secondo criteri e logiche aziendalistiche, privi di risorse e con personale demotivato, dequalificati sia per quanto riguarda la didattica che per la ricerca.

    Informazioni sulla protesta dei ricercatori a livello nazionale potete trovarle al link:

    http://www.rete29aprile.it

    C'è anche una pagina FB

    http://www.facebook.com/pages/Rete-29-Aprile/112432852141113

    A presto!

    Alessandro

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